sabato 23 giugno 2012

All about Kane: segni di vita a Biella

Il panorama musicale italiano è desolante. Miriadi di band indipendenti, talentuose o meno, annaspano per emergere in un oceano in cui a fare da padroni sono gli squali delle case discografiche che portano in groppa gli sbarbatelli dei reality, cantori di un'idea di musica terrificante, in cui le canzoni sono ridotte a mero traino per il marketing, e non viceversa. In tutto questo la potenza della rete può aiutare, ma può anche generare molta confusione, rendendo difficile distinguere la qualità dal talento farlocco. Per tutti questi motivi mi faccio volentieri sponsor degli All About Kane, un gruppo di Biella che qualche giorno fa ha dato alle stampe il suo disco d'esordio, Citizen Pop.
A rileggerlo non ci credo: Biella! Non mi pare vero che un gruppo del genere possa saltare fuori dalle mie parti, in una provincia che non brilla certo per vitalità culturale e men che meno musicale, e non mi sembra vero anche perché ho la sensazione che gli All About Kane siano destinati a grandi cose. Dal disco emerge la tanta gavetta che tutti i componenti del gruppo hanno fatto prima di arrivare a questo risultato, ma emerge soprattutto la dote fondamentale di un gruppo pop: la capacità di scrivere belle canzoni. È chiaro che i ragazzi conoscono alla perfezione la grammatica pop più nobile, quella degli Smiths e dei primi Radiohead, elegante, soffice, malinconica. La voce del cantante Thomas (abbreviato in Thom: omaggio a Thom Yorke?) è sinuosa e potente, tanto da ricordare in alcuni tratti il Bono dei bei tempi, e gli arrangiamenti sono curatissimi ma mai ridondanti, atti solamente a valorizzare la bellezza dei pezzi. Perché questo è Citizen Pop: una raccolta di splendide canzoni. Stupisce che questo sia un disco d'esordio, stupisce la capacità di condensare in pezzi perlopiù brevi intuizioni melodiche mai scontate, squarci epici che piacerebbero moltissimo al Chis Martin di questi tempi, momenti acustici intensi, e tutto questo senza perdere in naturalezza, senza essere pomposi o retorici, un peccato comune nelle band emergenti.
Su iTunes il disco costa 10 euro, soldi ben spesi, ve lo garantisco. E se non vi fidate di me, provate ad ascoltare Songs at the Window, Madness We Need o January, la mia preferita, e vi assicuro che verrà naturale cliccare su "acquista", e non ve ne pentirete.

1 commento:

Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.